Dopo aver aperto le porte della Commissione Europea per Raffaele Fitto, Giorgia Meloni apre quelle di Palazzo Chigi a Mario Draghi. Una tela che viene tessuta dalla Presidente del Consiglio per spingere al cambiamento Bruxelles. Il rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, contiene, secondo il governo, infatti, diversi spunti interessanti. A cominciare dalla necessità che l'Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie, compresa, ed è questa la sottolineatura più significativa, la possibilità di un nuovo debito comune. Poche ore prima, la Presidente del Consiglio aveva puntato il dito invece contro uno dei totem della precedente commissione: il Green Deal. "Penso agli effetti disastrosi che sono stati il frutto di un approccio ideologico che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo del Green Deal europeo. Diceva il presidente Orsini che la decarbonizzazione inseguita al prezzo della deindustrializzazione è una debacle: è così". L'assemblea di Confindustria, con il neo presidente Orsini, è stata l'occasione per ribadire la fiducia nell'Italia, a cominciare dalle stime sul Prodotto Interno Lordo. "Io sono fiduciosa che si possa fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione. Continuo a ritenere che l'obiettivo dichiarato nella scorsa legge di bilancio del +1% sia a portata di mano, soprattutto dopo l'andamento registrato nei primi due trimestri dell'anno. Chiaramente, ogni trionfalismo sarebbe inutile e infantile in questo contesto. Però penso che possiamo dirci che non era scontato vedere l'Italia crescere più della media europea, andare meglio di economia come quella francese e tedesca. Soprattutto dopo anni che avevamo trascorso in fondo alle classifiche". Sul fronte europeo, la Meloni spinge perché il nome di Raffaele Fitto sia sostenuto da tutte le forze politiche. Il PD valuterà senza preclusioni dice Stefano Bonaccini, mentre segnali negativi, in tal senso, arrivano da Movimento 5 Stelle e dalla Sinistra.