Mentre si dibatte di riforme, non senza polemiche, si riapre anche un possibile fronte di tensione sulla questione migranti, dopo le parole dell'ambasciatore svedese a Bruxelles secondo cui non ci sarà nessuna modifica degli accordi sulla redistribuzione nel semestre di presidenza del suo paese. Per le opposizioni si tratta di uno "schiaffo all'Italia", anzi nello specifico alle politiche e alle richieste del governo Meloni. Ipotesi nettamente smentita dal ministro Fitto che dice: non solo non ci sarà alcun accordo al ribasso sui migranti, ma quella dell'ambasciatore non era una presa di posizione contro nessun paese tantomeno l'Italia visto che si riferiva alla riforma strutturale del sistema di asilo che tutti sanno essere un dossier complesso e che potrà anche richiedere tempi lunghi. Il titolare degli affari europei fa anche sapere che la settimana prossima sarà proprio in Svezia per parlare di questi temi, che saranno peraltro all'ordine del giorno del consiglio europeo. Intanto qui la politica è impegnata da settimane a fronteggiarsi su presidenzialismo e autonomia differenziata e lo schema è lo stesso di sempre quando si parla di riforme: il governo prova a farle, l'opposizione promette battaglia perché non approva o i modi, o la sostanza o entrambi. Con l'aggiunta stavolta di distanze anche nella stessa maggioranza, perché il presidenzialismo lo vorrebbero Fratelli d'Italia e Forza Italia, l'autonomia regionale la vorrebbe la Lega senza l'entusiasmo del resto della compagine di governo. Ciò detto, si riparla di una commissione bicamerale data anche la volontà di confronto con le opposizioni espressa da Giorgia Meloni, opposizioni che però si mostrano quanto meno perplesse. E stroncano entrambe le riforme, anche se più conciliante appare la posizione del Terzo Polo.