Da Nord a Sud l’allarme dei sindaci è lo stesso: premuto dal numero crescenti di migranti in arrivo nel nostro Paese, il sistema di accoglienza rischia il collasso. E se il responsabile immigrazione dell’ANCI, il DEM sindaco di Prato, accusa con nettezza l'Esecutivo di aver fatto propaganda sullo slogan “niente sbarchi”, il malumore serpeggia anche tra i primi cittadini di centrodestra, al Nord come nel Centro Italia: ad Ancona il sindaco denuncia una pressione mai vista prima, con ricadute sui servizi sanitari. Lo scorso maggio, sostengono dall'ANCI, il Prefetto Valerio Valenti, commissario all'emergenza migranti, aveva annunciato sui minori stranieri non accompagnati di voler attivare strutture in grado di calmierare l'accoglienza sul territorio. Ma tutto, anche per via dei numeri, sembra essersi inceppato. Ora le novità potrebbero arrivare da un nuovo piano di distribuzione, indicato in una circolare inviata dal Ministero dell'Interno ai Prefetti: non più solo in proporzione alla popolazione residente ma anche in base alla superficie territoriale. Così, a veder aumentare il numero di migranti dovrebbero essere anche zone come la Sardegna e la Basilicata. Le decisioni finali spettano comunque al Viminale. Di certo c'è che, sulla base degli accordi europei, sono destinate a cambiare anche le regole per chi proviene dai cosiddetti "Stati sicuri", Nazioni tra cui figurano Costa d'Avorio e Tunisia, Paesi da cui arriva la gran parte delle persone che approdano sulle nostre coste. In base alle nuove norme l'Italia, pena la procedura d'infrazione, avrà circa un mese per stabilire se i migranti abbiano o meno o i requisiti per restare o debbano essere rimpatriati.