La Lega, o almeno una sua parte, sembra mettere in discussione il suo capitano, Matteo Salvini, proprio mentre "la bestia", la macchina propagandistica del segretario, ha perso la sua testa, Luca Morisi. La vicenda giudiziaria dello stratega social incrocia quella politica, che coinvolge il segretario di un partito che adesso ha più voci e forse diverse ambizione, quelle di Giorgetti e dei governatori. Le amministrative saranno uno spartiacque in questo senso. A Salvini non è piaciuto affatto l'endorsement, poi corretto, di Giorgetti a favore di Carlo Calenda a Roma. "Credo che a Roma con Michetti si ripartirà dalle periferie, non dal salotto di Calenda", ha scandito Salvini nel suo tour elettorale. È proprio per blindare il destino comune, Salvini, Tajani e Meloni chiuderanno domani in Lombardia e venerdì a Roma, la campagna elettorale. Le schermaglie sulle amministrative però sono probabilmente la spia di una faglia molto più profonda all'interno della Lega. Giorgetti immaginerebbe una partito meno sovranista, ancorato al Ppe, che guarda al centro più che flirtare con gli estremi. Uno spazio politico lasciato vuoto, che il ministro più vicino a Draghi della Lega, vorrebbe riempire. Così come i governatori che hanno tutt'altra tensione sulla gestione della pandemia, rispetto al mantra salviniano "riapriamo tutto e subito". In questo contesto si cala la vicenda Morisi. Salvini ne parla giocando la carta dell'attacco politico alla Lega, a pochi giorni dal voto, ordito da chi il segretario non lo dice. A rispondergli però è la procuratrice di Verona, Angela Barbaglio, che ha istruito il caso. "Non avevamo alcun interesse a rendere noto un fatto banale e antico. Chi lo dice ci insulta". L'accusa per Morisi è di cessione di stupefacenti. Sul fronte giudiziario, l'avvocato difensore ha negato che nell'appartamento dello stratega social, ci fosse un quarto uomo. E soprattutto dice che il flacone ceduto ai due ragazzi, che secondo uno dei due avrebbe contenuto Ghd, la cosiddetta droga dello stupro, non era di Luca Morisi. In questo clima teso e incerto, si muovono gli ultimi giorni di campagna elettorale, con un occhio già alla battaglia per il Quirinale. Il PD e Movimento 5 Stelle accusano Il Carroccio di destabilizzare Draghi, ma il responso delle urne potrebbe avere effetti su tutte le forze politiche. E di riflesso, quindi, anche sull'Esecutivo. E chissà, sulla durata della legislatura.