Riarmo, difesa comune europea, sostegno a Kiev. L'Europa prova a riordinare le idee, ma la politica continentale e nazionale si divide. E intanto Mosca attacca nuovamente Sergio Mattarella. Un clima difficile quello del Vecchio Continente, tra i partiti italiani, nel quale si inserisce la portavoce del Ministero degli Esteri Zakharova con un nuovo attacco diretto al Capo dello Stato, bollando come menzogne e falsità le parole del presidente sul nucleare pronunciate qualche giorno fa in Giappone. A Hiroshima, dal Memoriale della Pace, la Ground Zero della Seconda Guerra Mondiale, Mattarella aveva parlato di sconsiderate e inquietanti minacce nucleari, e di una pericolosa narrativa che arriva da Mosca, Pyongyang e non solo. Bipartisan la solidarietà dei partiti e immediata la risposta del Governo, con Tajani che convoca l'ambasciatore russo. Quel che ad ora appare come un dato di fatto è che sul piano Rearm EU di Von der Leyen il voto favorevole di Strasburgo è arrivato, ma ha diviso i partiti, la stessa maggioranza e così le opposizioni. Lega contro da una parte, no a deleghe in bianco su eserciti, sulla pace è sostenere gli Stati Uniti, conferma un consiglio federale che pare un messaggio alla stessa compagine di Governo. E poi Azzurri e Fratelli d'Italia a favore dall'altra. 5 Stelle, Verdi e Sinistra contro, centristi a favore, PD spaccato. "Noi non abbiamo alcun problema. La nostra politica è sempre stata chiara, lineare, a testa alta, senza alcun dubbio e tentennamento. Il problema è che adesso qualcuno in Europa pensa che la soluzione sia spaccare l'Europa dagli Stati Uniti". "Il PD continua a occuparsi dei problemi delle persone, dei problemi quotidiani. Poi, dopo quello che è accaduto ieri, sicuramente serve un chiarimento politico. Le forme e i modi li valuteremo". Intanto sul summit dei volenterosi in videoconferenza convocato dal Primo Ministro britannico Starmer, una decisione se partecipare o meno da parte della Premier Meloni, ancora non è arrivata. La partecipazione è semmai legata, questa è la linea del Governo, all'ordine del giorno e al fatto che non vi sia il solo punto che preveda l'invio di truppe in Ucraina, su cui l'Italia, a queste condizioni, è contraria. Meglio una missione di pace ONU, spiega il Vicepremier Tajani.