Il confronto è in corso. Riunioni e vertici si susseguono. Impianti sciistici, orari dei negozi, ristoranti, spostamenti, ricongiungimenti familiari. Tutto sul tavolo, però appare ormai certo che sarà un Natale diverso, un Natale covid. Su tutto il resto si tratta. Nelle prossime ore nuovi incontri, il passaggio in aula del ministro Speranza a illustrare le linee guida del DPCM che scatterà dal 4 dicembre e il piano per i vaccini. Poi un Consiglio dei Ministri che potrebbe dare vita a un decreto legge che riguarderebbe in particolare il periodo natalizio. Già, perché l'intero pacchetto di misure che l'esecutivo si accinge a varare dovrebbe abbracciare un periodo più ampio: dal 4 dicembre a dopo l'Epifania. Stiamo lavorando per il DPCM che disciplinerà il funzionamento e la regolazione dei rapporti per tutto il mese di dicembre, arriverà il fino a dopo l'epifania. Evitare gli spostamenti tra regioni, anche gialle, mantenere il limite delle 22 per la circolazione. Due punti fermi quindi, insomma prudenza e niente o poche deroghe. Non dobbiamo accelerare, l'allentamento è vanificare i risultati raggiunti, avverte il ministro Speranza. Si discute anche di scuola: l'ipotesi messe in campo dal premier Conte riportare i ragazzi delle superiori in presenza dal 14 dicembre. Contrastanti per ora le reazioni, ma soprattutto si dovrà attendere il vaglio del comitato scientifico. C'è poi chi, come Italia Viva, che chiede ristoranti aperti a pranzo il 25 e il 26. A tenere alta la tensione è anche il tema vacanze sulla neve con l'ipotesi di chiudere gli hotel a Natale nelle aree dello sci con le perplessità dello stesso premier. Staremo a vedere con le piste da sci rischia di essere la cartina tornasole, se la politica estera cade sulle piste da sci. Aperture arrivano invece su possibili deroghe specifiche per i ricongiungimenti familiari. Resta però è forte la preoccupazione del Governo di fronte alle scene di assembramento viste nei fine settimana e per una possibile terza ondata di contagi.