"Indispensabili nella lotta alla mafia e al terrorismo e per la comprensione dei movimenti di persone sospettate di reati gravissimi. Delle intercettazioni va cambiato l'abuso che se ne fa per i reati minori, i due campi non vanno confusi". Lo ripete anche dopo l'arresto di Messina Denaro il Ministro della Giustizia Nordio, che da mesi esprime la nuova linea del governo su alcune questioni fondamentali e divisive della giustizia. "Bisogna continuare con l'utilizzo delle tecnologie e con l'ininterrotta analisi dei dati finanziari e dei flussi di denaro, a partire da quello del PNRR", ricorda il ministro in queste ore. Annunciata in vari interventi istituzionali, Nordio vuole cambiare la riforma Cartabia del processo penale. Riforma slittata ed entrata in vigore solo a inizio anno. Quanto e come cambiarla rimane incerto, così come sul ricorso a un decreto legge. Uno degli interventi sarà lo stralcio, dal catalogo dei reati procedibili a querela, dei casi in cui a venire contestata è l'aggravante di mafia. Un primo passo prevede inoltre che si cominci ad affrontare il reato di abuso d'ufficio, vero spauracchio di sindaci e assessori, che per molti si è trasformato in un blocca firma, con conseguente paralisi delle amministrazioni pubbliche. Un secondo step riguarda invece la prescrizione su cui è intervenuta l'ex guardasigilli nel tentativo di correggere l'impostazione di Bonafede che l'aveva sostanzialmente abolita. Altra storia la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. Per attuarla occorre modificare la Costituzione, secondo Nordio si potrà fare nell'arco della legislatura.