Parte subito dalle intercettazioni il guardasigilli, Carlo Nordio, per aprire la sua prima relazione sullo stato della giustizia in Italia. Chiarisce il suo pensiero dopo le polemiche esplose a seguito dell'arresto di Matteo Messina Denaro. "Non vi saranno riforme che toccheranno le intercettazioni sulla mafia e sul terrorismo. Nessun mafioso ritengo abbia al telefono manifestato la volontà di delinquere e comunque espresso delle parole che costituiscano prova di un delitto in atto, o di un delitto in progressione, o di un delitto programmato". Definisce un abuso far finire sui giornali conversazioni, magari manipolate, di persone estranee alle indagini, sottolinea l'importanza delle intercettazioni preventive. Non sarà mai chiarita abbastanza, dice, la differenza che passa tra quelle che mirano alla ricerca della prova rispetto a quelle che diventano esse stesse una prova. L'aula lo applaude, non tutta, molto critico il Partito Democratico. "Chiediamo al Ministro Nordio di attuare le riforme già approvate e di non aprire una nuova stagione di scontri sulla giustizia, che non farebbe il bene dei cittadini. Sulle intercettazioni no ai proclami, si ascoltino le parole del Procuratore Antimafia". Dai banchi dell'opposizione arriva il sostegno del terzo polo, ascoltando parlare il Ministro Nordio non si può far altro che applaudire, scrive su twitter Raffaella Paita, di tutt'altro avviso i pentastellati. "È incredibile che la priorità di questo governo sia privare giudice e forze dell'ordine dello strumento delle intercettazioni. Nordio ha detto che le manterrà solo per i reati di terrorismo e mafia, togliendole a tutti gl'altri reati, quindi anche al reato della corruzione spesso legato alla mafia. Per il Movimento 5 Stelle questo è inaccettabile e ci opporremo con tutta la nostra forza".