Fare in fretta, senza bandiere di partito. È questa l'indicazione arrivata dai continui contatti tra Palazzo Chigi e maggioranza di governo per gestire la partita referendaria. La raccolta delle firme intanto del Centro-Destra è stata fatta a tempo di record. "Abbiamo già chiuso, le 85 firme sono state già portate in Corte di Cassazione", annuncia il portavoce azzurro Raffaele Nevi. L'obiettivo ora sembra essere metà marzo per il voto, per sfruttare l'inerzia favorevole del governo Meloni. Anche se è proprio la Presidente del Consiglio a non voler politicizzare il referendum per evitare ripercussioni in caso di sconfitta. Il guardasigilli, in attesa del confronto che dovrebbe tenersi dopo le regionali del 23-24 novembre, affonda ancora sulle toghe: "Alcuni", dice, "non si rendono conto che più si espongono politicamente, più perdono di fronte ai cittadini credibilità e imparzialità". Nel Centro-Sinistra, intanto, si studia la formazione migliore per andare a caccia dei voti necessari. Italia Viva ancora non ha deciso come votare, mentre si sta facendo strada l'idea di un comitato unitario che coinvolga anche CGIL e ANPI. Uno dei temi più divisivi è certamente la creazione di due CSM: "Quando noi parliamo di separazione, non ci riferiamo solo a poter passare da una carriera all'altra. Ci riferiamo anche alla struttura di governo, perché se sono separati in basso, non possono passare dall'una all'altra, ma la struttura di governo è la stessa, ciascuno incide sulle carriere degli altri. E quindi la separazione delle carriere comporta che non ci sia più un CSM unico. Poi poteva essere questa soluzione: due CSM diversi. Potevano essere due sezioni distinte di uno stesso CSM. Però ci deve essere una conseguenza organizzativa. Non ci può essere un'unica struttura di governo per due carriere separate". "Nel momento in cui noi dividiamo in due il CSM, lo sorteggiamo, gli togliamo delle funzioni fondamentali, noi togliamo prestigio, togliamo tono costituzionale, togliamo rilievo costituzionale a quest'organo. E facendo questa operazione noi di fatto svuotiamo il principio di autonomia e di indipendenza della magistratura". .























