Quattro addii in meno di 48 ore. Azione, di Carlo Calenda, perde nomi di peso dopo il passo indietro di Enrico Costa che ho optato per il ritorno in Forza Italia, anche Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusi Versace se ne vanno, a pesare sulla scelta che da giorni era nell'aria l'avvicinamento di Calenda al Campo Largo, con le alleanza stipulate in occasione delle imminenti regionali in Liguria, in Emilia Romagna e in Umbria. Scelte Politiche troppo lontane dalla direzione originaria del progetto, spiegano le ultime fuori uscite, ora al gruppo misto e che voci insistenti proiettano in avvicinamento a Noi Moderati, guidato da Maurizio Lupi. Toni molto duri nel comunicato di Azione che parla di incoerenza nel passare a metà legislatura dall'opposizione alla maggioranza, ma c'è uno strappo, anche se l'ennesimo, molto profondo, ma per ora non definitivo, che si consuma all'interno del Movimento 5 Stelle dove lo scontro tra i due Giuseppe, Conte e Grillo, appare ormai senza ritorno, nervi sempre più tesi tra liti, minacce, prese di distanza e questioni valoriali che quasi certamente faranno slittare a novembre l'assemblea che era prevista tra meno di un mese. "Non sono in lotta con nessuno, sto solo facendo un processo costituente", risponde l'ex premier a chi lo interroga in queste ore sullo scontro interno, ma una guerra epistolare a suon di mail e pec, senza esclusione di colpi è un fatto di non poca rilevanza. Il garante non digerisce l'ipotesi sollevata da Conte che gli vengano cancellati i contratti di consulenza per il Movimento 5 Stelle, riservandosi di sottoporre queste minacce agli organi competenti. Stop al carteggio, aveva risposto Conte, lasciando intendere che ormai resta solo la via legale, come suggerito dai vertici del Movimento 5 Stelle, per sancire un divorzio che ormai è nei fatti.