"Il Senato approva all'unanimità". Chi ha avuto un tumore e ha terminato le cure da più di dieci anni potrà finalmente adottare un bambino, chiedere un mutuo in banca, partecipare a un concorso, avere un prestito o stipulare un'assicurazione. Con l'approvazione definitiva del Senato all'unanimità l'oblio oncologico diventa finalmente legge anche in Italia e sancisce il diritto all'oblio per chi è stato affetto da patologie oncologiche con l'obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelarne i diritti. L'Italia si allinea così ad altri Paesi europei che hanno adottato simili provvedimenti come Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Portogallo Spagna e Romania. L'oblio oncologico è il diritto di chi è guarito dal cancro di non rivelare informazioni sulla pregressa patologia per non subire discriminazioni e impedimenti di alcun tipo nella sua vita personale, lavorativa, in campo finanziario, bancario, assicurativo. Per legge, quindi, non potranno più essere richieste informazioni ne possono essere fatte indagine mediche sulla pregressa patologia oncologica dopo dieci anni dal termine dei trattamenti in assenza di recidiva. Per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente i ventun anni questo limite è ridotto a cinque anni. Resta escluso chi non può ancora essere considerato guarito dal cancro perché non è ancora trascorso un certo numero di anni. In Italia sono un milione gli Italiani interessati dall'oblio oncologico perché considerati guariti a fronte di 3 milioni e 600 mila persone che vivono con una diagnosi di cancro. Soddisfatti oncologi e associazione. Il Ministro della Salute Schillaci parla di una legge di civiltà. Plaude il mondo del volontariato. Finalmente, sottolineano le associazioni, viene cancellato per legge lo stigma cancro uguale morte o malattia inguaribile. A oggi si definisce guarito chi ha la stessa aspettativa di vita delle persone della sua stessa età e del suo stesso sesso che il cancro non l'hanno mai avuto.