Tra scontri ormai aperti, addii e ricollocazioni, minacce di carte bollate o peggio c'è fermento nei partiti, in particolare di opposizione almeno in alcuni. Il caso più deflagrante è quello dei 5 Stelle, è guerra dichiarata fra Conte e Grillo con l'assemblea costituente voluta dal primo e prevista per il 4 ottobre che potrebbe slittare e da lì che il dissidio si è fatto battaglia, Conte vuole l'assemblea per discutere tutto nome, simbolo, limite dei due mandati, Grillo dice no e dopo una serie sempre più ruvida di botta e risposta via posta e lettere ecco la diffida ufficiale del fondatore a cui Conte replica a muso duro arrivando a mettere in discussione, valutandone la sospensione, i contratti che Grillo ha con il Movimento quindi l'ultimo colpo di scena, Grillo parla di un tentativo di demolire i presidi democratici del Movimento e avverte Conte: "Mi riservo di valutare il da farsi e eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti." Nel frattempo anche dalle parti di Azione si consumano strappi importanti, dopo Enrico Costa, fiore all'occhiello del partito di Calenda in tema di giustizia che è tornato tra le file di Forza Italia in polemica con la scelta del campo largo con la stessa motivazione dicono addio anche Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace, e Azione fa un comunicato parlando di incoerenza nel passare dall'opposizione alla maggioranza. Per identiche ragioni c'era già stata l'uscita di Luigi Marattin da Italia Viva. Insomma il campo largo continua a vedere difficili tentativi moltiplicarsi soprattutto da parte di Elly Schlein, ma altrettante occasioni di screzio anche interne ai partiti di centrosinistra.