Papa Francesco al G7: fondamentale fermare la guerra

Una giornata storica resa da questa immagine potente quanto mai vista prima, un Papa siete tra i grandi della Terra durante un G7. Papa Francesco, il Pontefice che più di una volta si è rivolto a loro chiedendo la pace, ora se siete tra loro. Parla di un tema sentito e dalle potenzialità enormi, ma anche dai confini labili e insidiosi: l'intelligenza artificiale. Strumento affascinante e tremendo, secondo Papa Francesco. Seduto tra il Presidente italiano Giorgia Meloni e quello francese Macron, quasi a voler distendere gli animi tra i due, Bergoglio sventola due discorsi uno breve e uno lungo e con un sorriso legge il breve, breve sì, ma d'impatto. "Condanneremo l'umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita, condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine." Papa Francesco chiede uno stop alle armi letali autonome dice. "È urgente ripensare lo sviluppo e l'utilizzo di dispositivi come le cosiddette armi letali autonome, per bandire l'uso cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano." Bergoglio tenta di chiarire i confini di una materia potenzialmente affascinante, come sottolinea, che va guidata anche per evitare di incrementare quella cultura dello scarto che torna spesso nelle sue parole. La tecnologia resti al servizio dell'uomo è la richiesta di Papa Francesco nel suo discorso al G7 pugliese ai grandi del mondo; si rivolge e dice spetta alla politica, la politica sana la definisce, creare condizioni perché sia possibile un buon uso fruttuoso. "Questo è proprio il caso dell'intelligenza artificiale spetta ad ognuno farne buon uso e spetta la politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso." Il grande discorso tanto atteso ha così profili e spunti diversi che vanno ad inserirsi in un contesto complesso. Ma la giornata non si esaurisce con queste riflessioni. A margine infatti dieci bilaterali, per lui fondamentali, in cui chiedere, occhi negli occhi, quella pace e quella cessazione di ostilità chieste più volte a distanza.