Par Condicio, via libera da Vigilanza ma opposizione insorge

Attività di governo e attività politica. E su questi due concetti che si è consumata la rottura in commissione di vigilanza, l'organismo che si doveva esprimere sulla par condicio per le europee dell'8 e il 9 giugno prossimi. E infatti proprio il percorso di informazione politica all'interno della TV pubblica con la campagna elettorale in corso, che ha causato non poche tensioni fino alla spaccatura finale. Da un lato le opposizioni ad accusare la maggioranza di voler occupare il dibattito televisivo, dall'altro il centrodestra che rivendica il diritto per i ministri di poter rappresentare il proprio operato. Ma vediamo nel dettaglio le regole approvate. Il provvedimento chiave su cui è andato in scena lo scontro è stato quello dell'informazione governativa. Un emendamento del centrodestra che introduce nei programmi di approfondimento giornalistico la necessità di garantire una puntuale informazione sulle attività istituzionali. Tradotto: l'esecutivo avrà maggiore facilità di accesso per poter far conoscere le proprie iniziative. Formulazione che però, secondo l'opposizione, di fatto restringe gli spazi per le minoranze. Via libera da tutti, invece, all'esclusione dal conteggio dei tempi degli interventi televisivi dei rappresentanti governativi quanto a materie inerenti all'esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali. Così come arriva l'ok, ma senza i voti delle opposizioni, all'emendamento secondo cui le dirette dei comizi elettorali dovranno essere precedute da una sigla per distinguerli dalle edizioni dei tg. Resta confermato il criterio introdotto dall'AGCOM, nella delibera sulle TV private, che va a pesare in maniera differente il tempo degli interventi in base alle fasce orarie. Insomma, un regolamento generale complesso, che suscita perplessità e rispetto al quale si sono consumati non pochi scontri. Sulle barricate soprattutto i Dem che parlano di grave strappo. "Nessuna possibilità di mediazione ma solo quella di far esondare il governo durante la campagna elettorale", le accuse del PD. Per i 5 Stelle vengono azzoppati i presidi della par condicio. Mentre per il centrodestra la sinistra fa solo disinformazione.