Un mese di pausa anche per la politica italiana, per il ripopolamento di Camera e Senato si dovrà aspettare la seconda settimana di settembre e sul tavolo per allora i dossier saranno tanti e spinosi. A settembre si corre il messaggio di Palazzo Chigi prima delle vacanze estive, il riferimento e alle riforme, simbolo del governo, promesse in campagna elettorale che andranno approvate prima della fine della legislatura. Due quelle costituzionali che prevedono quindi un iter più lungo, doppia approvazione da parte di Camera e Senato e in caso di assenza della maggioranza dei due terzi dell'aula, un referendum confermativo. Il premierato, definito da Giorgia Meloni la madre di tutte le riforme, punta all'elezione diretta del presidente del Consiglio. Nel novembre del 2023 il governo ha presentato il testo al Senato che lo ha approvato a giugno 2024. Da oltre un anno, però, la riforma è all'esame della commissione Affari costituzionali della Camera, i tempi, quindi restano ancora lunghi. La riforma della giustizia, la più discussa é più avanti, già approvata in prima lettura sia alla Camera che al Senato, introduce nella Costituzione la separazione delle carriere dei magistrati, i quali all'inizio della loro attività professionale, dovranno scegliere tra carriera requirente, quella cioè da pubblici ministeri e carriera giudicante, i giudici che presiedono il processo con la riforma saranno introdotte modifiche anche anche per l'organo di autogoverno delle toghe. Due Csm non più uno, i cui membri non saranno più eletti, ma estratti a sorte e che non si occuperanno più di procedimenti disciplinari, funzione che passa a un nuovo soggetto l'alta corte disciplinare. In autunno si attende la seconda approvazione del testo da parte di entrambe le camere e poi, presumibilmente nella primavera 2026 il referendum. Sul tema la tensione tra governo e magistratura è costante l'autonomia differenziata sembra invece in una situazione di stallo, bandiera de La Lega, la riforma che definisce le regole e il percorso che le regioni devono seguire per chiedere più autonomia è stata approvata in Parlamento a giugno 2024 alcuni punti però legati ai livelli essenziali di prestazione, i Lep sono stati criticati dalla Corte Costituzionale che ha chiesto al governo di intervenire con un nuovo provvedimento. Palazzo Chigi dovrà presentarlo in Parlamento, ma al momento non se ne ha notizia.























