Non andranno in direzione, ma per il momento non se ne vanno dal PD. Rossi, Speranza, Emiliano e tutta la minoranza agitano le acque, ma non abbandonano ancora la barca. Tra poche ore la direzione stabilirà i tempi del congresso e si capirà se Renzi è disposto a dare un segnale di apertura. Il meno categorico nello strappo sembra essere Michele Emiliano. Non a caso, non ha ancora deciso se andrà in direzione, a differenza del “no, grazie” pronunciato da Speranza e Rossi. Il Presidente della Toscana, intanto, annuncia un nuovo Gruppo parlamentare di fuoriusciti di sinistra, ex minoranza PD e gli uomini di Scotto da Sinistra Ecologia e Libertà, che sosterranno il Governo di Paolo Gentiloni. Potrebbero essere una sessantina tra deputati e senatori. Andrea Orlando è pronto a sfidare Matteo Renzi alle primarie, se servisse ad evitare la scissione. Una frattura incomprensibile, la definisce il Ministro della Giustizia, e nessuno degli otto componenti di area bersaniana sarà la direzione del PD, perché sarà eletta la Commissione per il congresso e loro non intendono farne parte. Ma non è ancora scissione. Ci tengono a precisarlo. A far sentire il suo grido di disapprovazione da Parigi è anche l’ex premier Enrico Letta. “Enrico stai sereno” disse Renzi pochi giorni prima di sfrattare Letta da Palazzo Chigi. “Non può finire così” dice l’esponente PD. Per i casi del calendario, proprio tre anni fa, ero preso – scrive – da altro sgomento, lasciando Palazzo Chigi dall’oggi al domani. A distruggere ci si mette un attimo, a costruire una vita, sottolinea ancora Letta. Ricostruire da tutte queste macerie, per chi ci si metterà, sarà un lavoro ai limiti dell’impossibile.