E' il giorno dell'orgoglio per il PD, Enrico Letta lo ripete più volte tracciando il percorso di un confronto che porterà ad un nuovo partito e ad un nuovo segretario capace di applicare, quella che spiega, è invece una politica già definita. "Per questo che io dico orgoglio PD, perché noi siamo un partito che crede che si possa e si debba essere una comunità, quindi un partito che decide collettivamente, non un partito personale." Primarie dunque il 19 febbraio ma con un'incognita. In caso di sovrapposizione con il voto regionale si potrà modificare il calendario e proprio sulle regionali Letta rivendica il lavoro fatto per trovare alleanze fondamentali per i candidati di Lazio e Lombardia, in attesa di trovare il consenso necessario anche per le altre due regioni che andranno al voto, Friuli e Molise. Le alleanze restano un nodo cruciale nel dibattito interno. Letta che riconosce l'esito elettorale come un momento estremamente duro da affrontare, attacca quelle forze politiche che pur nell'opposizione criticano il PD più che il Governo, al quale imputa il pasticciaccio istituzionale che vede l'esecutivo Meloni mischiare sovranismo, autonomia e presidenzialismo parlando inoltre di logica dell'improvvisazione sulle scelte di politica economica. "Sembra che adesso anche questa cosa già sia tornata da una parte in un angolo, scelta profondamente sbagliata." Intanto il Governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini sarebbe pronto a formalizzare nelle prossime ore la sua candidatura alla guida del partito, mentre l'assemblea accoglie la proposta di Lia Quartapelle sulla soppressione delle correnti interne, il rischio da evitare infatti è quello di ulteriori scissioni e divisioni.























