"Cerchiamo di essere credibili, trasparenti, mai obliqui, nell'interesse supremo del Paese". Citando Livatino, magistrato ucciso dalla mafia nel '90, Fabio Pinelli, 56 anni di Padova, avvocato penalista, commenta la sua elezione a vicepresidente del CSM, 17 voti contro i 14 di Roberto Romboli. Un ruolo che definisce di gravosa responsabilità, dopo anni di scandali e scontri tra correnti all'interno dell'organo di autogoverno delle toghe che ne hanno messo in discussione la credibilità. E auguri di buon lavoro al nuovo CSM arrivano anche dal Presidente del Consiglio Meloni che si augura una leale collaborazione per migliorare la Giustizia in Italia. «No alle contrapposizioni, collaboriamo», aveva detto qualche giorno fa da Algeri. La Lega, che in Parlamento aveva sostenuto l'elezione di Pinelli come membro laico, auspica che i nuovi eletti combattano correntismo e carrierismo. Come già avvenuto durante la cerimonia di congedo del vecchio CSM il Presidente della Repubblica Mattarella ha richiamato tutti alla responsabilità, sottolineando l'autonomia del potere giudiziario. "A lei, signor vicpresidente, spetta il compito di favorire la coesione dell'attività del Consiglio, l'attuazione di delibere condivise ne rende più efficace e autorevole il percorso". La Commissione Giustizia della Camera ha intanto messo in calendario, per il prossimo 2 febbraio, l'inizio dell'esame del disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati presentato da Enrico Costa di Azione.