Archiviati gli attriti con la Commissione Europea, preoccupata per il depotenziamento della Magistratura contabile, il Governo incassa la fiducia che blinda il decreto che mette uno stop ai controlli in itinere sui soldi del PNRR. Per la Maggioranza non c'è nessun accanimento politico nei confronti della Corte dei Conti, che a parte il controllo concomitante, conserva intatte le sue prerogative e dal Governo si bollono come risibili le accuse dell'Opposizione. Nessuna deriva autoritaria riguardo la Corte dei Conti, spiega il Ministro Raffaele Fitto, non vi è nessuna limitazione dei controlli della Magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro Governo, su questo aspetto, si muove in linea con il Governo Draghi. "Per quanto riguarda invece la Corte dei Conti non c'è in atto nessuno scontro con la Corte dei Conti. C'è una necessità di far avviare i lavori, c'è un problema di troppi controlli che rendono impossibile l'avvio di questi lavori che sono fondamentali, c'è il controllo garantito dalla Corte dei Conti europei, c'è un controllo preventivo e c'è un controllo finale, c'è la Ragioneria dello Stato che ha l'audit. Quindi credo che per quanto riguarda i controlli, sia formali che di legalità, ce ne siano a sufficienza." In aula il PD accusa la Maggioranza di aver messo i bavagli ai giudici per distrarre dai suoi cronici ritardi sull'attuazione del PNRR. "Penso che anziché inasprire queste conflittualità tra ministeri, e tra ministeri e naturalmente la magistratura, sarebbe il caso, invece, di occuparsi di attuare questi progetti, perché il Governo è in grave ritardo da questo punto di vista e sta rischiando di far perdere un'occasione storica e irripetibile al Paese. Quindi sono mesi, mesi, perché sono 8 mesi, che parlano di modifiche che nessuno ancora ha visto nel dettaglio." Azione ed Italia Viva, che non hanno additato il controverso emendamento sui controlli della Corte dei Conti come un tentativo di portare al guinzaglio le toghe, non hanno votato la fiducia per la noncuranza del monito del Presidente Mattarella sull'uso delle decretazione d'urgenza.