Madre di tutte le riforme, la formula fu coniata da Giorgia Meloni quando il premierato sembrava essere destinato ad un'approvazione con corsia preferenziale. Corsia che nei mesi di governo, uno dei più longevi, come ha ricordato qualche settimana fa la stessa Presidente del Consiglio, pare essersi impantanata nei corridoi dei palazzi, superata prima dall'autonomia differenziata, poi dalla riforma della giustizia. Eppure il sì a quella profonda revisione costituzionale per Giorgia Meloni è tornata una priorità a dispetto del tempo che rema contro. Ha approvato in prima lettura a giugno dello scorso anno al Senato, il testo langue sui tavoli della Commissione Affari costituzionali della Camera da mesi di approvazioni articoli 138 della Costituzione alla mano, ne servono due per ogni ramo del Parlamento ad intervallo non minore di tre mesi e più di un costituzionalista ipotizza che il testo possa già cambiare, rendendo meno vago il rinvio alla legge elettorale. A quel punto si ripartirebbe dal via con quattro letture ancora da fare. Eppure l'accelerazione di Meloni pare netta, le riforme sono convinto che le porteremo tutte a compimento nel 2027, ha assicurato il Ministro Ciriani solo qualche giorno fa, preceduto dal braccio destro della premier Giovanbattista Fazzolari. Così a maggio l'iter in commissione dovrebbe ricominciare in modo da arrivare entro la fine del 2026 all'approvazione definitiva. Meloni e suoi dunque si presenterebbero alle prossime elezioni con in dote la realizzazione della madre tutte le riforme. La promessa mantenuta di restituire ai cittadini il pieno potere di scegliere da chi vogliono essere governati, secondo le parole della premier, assecondando un'evoluzione in linea con quella di altri paesi e che, sondaggi alla mano, pare affascinare gli elettori del centrodestra. Certo, per diventare operativa la riforma dovrà affrontare quasi certamente le forche caudine dal referendum, e sconfiggere la crescente disaffezione degli elettori per l'esercizio del voto, ma quella potrebbe essere già un'altra partita. .