Prescrizione e Manovra, maggioranza cerca difficile intesa

06 dic 2019
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Non c'è giorno che passi che non abbia la sua pena. Davanti al premier Conte sembra esserci una continua rincorsa alla mediazione. Scampato almeno per il momento il pericolo fondo salva-Stati, ora è la volta del tandem composto da prescrizione e manovra a costringere Palazzo Chigi a un supplemento di lavoro per tenere insieme le diverse esigenze. Sulla giustizia la rottura sembrava a un passo. Lo stop alla prescrizione scatterà a partire dal 1° gennaio 2020 e su questo non si discute, insistono i 5 Stelle, fermi sulla difesa della legge cosiddetta spazza-corrotti. Ma Dem e renziani chiedono modifiche per riequilibrare, spiegano, un sistema che altrimenti non reggerebbe, portando a processi infiniti e contrastando il principio costituzionale della ragionevole durata dei procedimenti penali. Volano parole grosse, poi però arriva una schiarita e lo stesso Ministro della giustizia prova a stemperare i toni. “Io mi rifiuto di pensare che una maggioranza in cui c'è il Movimento 5 Stelle e il centrosinistra possa mettere in crisi un Governo sulla prescrizione”. Non si torni all'epoca berlusconiana, rilancia Di Maio, che poi aggiunge: sui tempi dei processi e sulla riforma del processo penale si può continuare a discutere. Ed è proprio su questo che la trattativa riparte come conferma il vicesegretario PD Orlando, che annuncia la proposta democratica presentata al premier Conte. Un metodo innanzitutto: lavorare a una soluzione ponte, dando la delega al Governo, alla ricerca di una via che garantisca i tempi certi del processo. Sull'ipotesi di fermare l'entrata in vigore dello stop alla prescrizione anche le opposizioni si dicono pronte a tutto. “Se c'è da votare qualcosa che evita un danno per gli italiani lo voto anche con Topolino. Se entra in vigore la sospensione della prescrizione anche per quelli assolti, siamo tutti perennemente sotto processo”. Ma le grane per la maggioranza non si fermano alla giustizia. Sulla manovra Italia Viva insiste sul blocco delle microtasse, ma servono innanzitutto le coperture. Dopo un lungo vertice convocato a Palazzo Chigi che finisce con un rinvio, il capo dell'esecutivo chiede un ulteriore sforzo al Tesoro e alla Ragioneria per ridurre la tassazione. Spunta l'ipotesi di rimandare la plastic tax, ma l'intesa ancora non c'è e per Renzi il Governo regge al 50%.

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