In tempi di antipolitica c'è chi vuole nuotare controcorrente, di insegnare la politica ai giovani senza però fare una scelta di campo. E' la scommessa che la Fondazione "nuovo millennio" ha voluto fare mettendo in piedi la scuola politica "vivere nella comunità", senza in casellare i ragazzi in recinti di partito, ma con la sola ambizione di fornirli di quegli strumenti, opportunità indispensabili per diventare classe dirigente. La nostra scuola si caratterizza per una cosa, è rigidamente apartitica. La maggior parte delle scuole sono di partito. Noi vogliamo una scuola che non si riferisca a questo o a quel partito, ma una scuola che aiuta a ragionare in termini politici. La stella polare è rimettere al centro la competenza, ora che le strutture di partito hanno smesso di formare le nuove leve dei dirigenti. Abbiamo una crisi di classe dirigente proprio perchè i partiti si sono liquefatti. Il termine partito liquido è di un noto sociologo americano. Abbiamo necessità di acquisire e far acquisire competenze, che riguardano la comunità. Per il presidente della scuola politica, Paolo Boccardelli, la vittoria del sì al taglio dei parlamentari, è la spia della delusione che i cittadini vivono rispetto ad una politica che a volte non ha assecondato i loro bisogni. Noi vogliamo certamente promuovere una partecipazione maggiore della società alla vita politica delle istituzioni in generale. Il referendum forse è il risultato di una visione della politica che non ha saputo nel passato, servire al 100 %, le aspirazioni e desideri della collettività. Tra i docenti ci sono professori universitari, manager, giornalisti e costituzionalisti.