Parte dalla Puglia, quindi dal Sud, il tour nazionale di Stefano Bonaccini, candidato segretario del PD. A Bari mette, infatti, subito l'accento sulla questione meridionale, una delle parole chiave della sua campagna insieme a legalità, lavoro, territorio, sburocratizzazione, sindaci. Perché uno dei punti chiave per il governatore dell'Emilia Romagna è il loro coinvolgimento nella dirigenza del partito. "Io voglio diventare il segretario di un Partito Democratico che abbia un gruppo dirigente che attingerà a piene mani dai territori e dagli amministratori locali". In suo sostegno i sindaci cominciano a scendere in campo, almeno in 50 hanno già aderito all'appello di Dario Nardella, per un fronte comune, ha detto il primo cittadino di Firenze, che costruisca una leadership collettiva. "Riteniamo che sia il momento per gli amministratori locali, per i sindaci, per i presidenti di regione, di prendersi la responsabilità di governare il partito". Bonaccini fa anche gli auguri alle sue contendenti Schlein e De Micheli e dal palco dice: non se ne può più di una classe politica che si combatte fra se stessa. E arriva un cambio di passo significativo: se sarò segretario chiederò un incontro a Giorgia Meloni. "Ma per dirle che troverà nel PD un partito che quando dirà un no o farà una critica, di fianco avrà sempre una proposta alternativa. Non ci credo all' idea che gli altri sbaglino sempre tutto e quindi se troveremo misure che persino ci convincono nell'interesse delle nostre comunità, non si deve aver vergogna di aiutare ad approvarle". Voglio essere il segretario, aggiunge Bonaccini, di un partito che pensi all'identità prima che alle alleanze e un fatto di identità è, per esempio, in tema di autonomie dire che sanità e scuola devono essere uguali per tutti. Prossime tappe del tour di Bonaccini, Molise e Abruzzo.























