"Il Senato approva con 109 voti". Con 109 voti favorevoli, 77 contrari e un astenuto il Senato approva, in prima lettura, la Riforma sull'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Prima di quattro, ognuna a distanza di tre mesi, come previsto per le modifiche costituzionali. Dentro l'aula, a fine seduta, maggioranza e opposizione in piedi brandiscono copie della Costituzione, chi per festeggiare, chi per protestare. Sui social commenta, soddisfatta, la Premier Giorgia Meloni: un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre istituzioni, mettere fine ai giochi di Palazzo. Tema, quest'ultimo, ricorrente in tutti gli interventi della maggioranza a Palazzo Madama e fuori dove i Senatori di Fratelli d'Italia si riuniscono in un flash mob. "È una riforma fondamentale perché restituisce ai cittadini il potere di scegliere chi governa. Il governo deve essere scelto dal voto degli elettori non da accordi di Palazzo, ribaltoni e così via. Dare stabilità all'Italia facilità l'economia e dà più peso alla nostra Nazione in ambito internazionale". "Con il premierato diamo stabilità al governo per evitare quei ribaltoni che i cittadini non hanno mai, mai tollerato. Insomma, ai maggiori poteri che diamo al Presidente del Consiglio dei Ministri come bilanciamento daremo più poteri ai territori". La Lega, mentre dà il via libera al premierato, pensa già alla riforma che le sta assai più cara: l'autonomia, in discussione alla Camera e vicina all'approvazione.























