Proposta Azione- IV, vietare social a minori di 13 anni

08 giu 2023
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Sotto i 13 anni, ragazzi e ragazze potranno andare su Wikipedia ma non su TikTok o gli altri social. È questo il senso della proposta di legge presentata oggi da Azione e Italia Viva, una legge che se approvata vieterà l'iscrizione ai social agli adolescenti sotto i 13 anni e per chi ha tra i 13 e i 15 anni ci si potrà iscrivere solo col permesso dei genitori. "La nostra proposta è abbastanza semplice, noi siamo favorevoli al divieto all'utilizzo dei social da parte dei minori di 13 anni, mentre siamo favorevoli all'utilizzo da parte dei ragazzi in età tra i 13 e i 15, ma solo con l'autorizzazione dei genitori". Il quadro normativo al momento è questo: il Regolamento Europeo prevede che l'età minima per prestare il consenso al trattamento dei dati on-line sia di 16 anni e che le legislazioni nazionali possono ridurre tale limite fino a 13 anni; il nostro codice della Privacy stabilisce che l'età minima per il consenso sia 14 anni, sotto questa soglia è necessaria l'autorizzazione dei genitori. Molte piattaforme social tramite autoregolamentazione prevedono un'età minima di accesso a 13 anni che tuttavia, viene verificata mediante un'autocertificazione da parte dell'utente, quindi è facilmente falsificabile. Il risultato è che l'81% degli adolescenti è già su Instagram, l'iscrizione ai social comincia dagli 11 anni ormai, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. Gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell'alimentazione e del sonno, il cyberbullismo. Per questo, Azione ha deciso di lanciare una proposta che ha due capisaldi: da una parte la necessaria certificazione dell'età dei ragazzi che si iscrivono ai social e non si può demandare questo alla piattaforma, perché vorrebbe dire consegnargli un numero enorme di dati, l'ipotesi è di usare la carta d'identità elettronica o lo SPID come garanzia; sull'altro fronte il sistema sanzionatorio, la proposta di Azione e Italia Viva prevede sanzioni amministrative pecuniarie fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente. Fermo restando che nessuna azione di coercizione avrà un peso, se non ci sarà un impegno forte all'educazione dei giovani all'uso e ai rischi connessi all'utilizzo dei social.

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