L'attesa crescente della politica per le prossime elezioni in Emilia Romagna e Umbria è presto spiegata col dato rivendicato da Giorgia Meloni all'indomani dell'esito in Liguria: 11 a 1 per il centro-destra negli ultimi appuntamenti elettorali analoghi, e adesso al voto ci vanno due regioni tradizionalmente di centro-sinistra ma una, l'Umbria, è già passata dall'altra parte nella scorsa tornata con la vittoria della leghista Donatella Tesei che adesso, sempre sostenuta dal centrodestra, corre per il secondo mandato. Dell'Emilia Romagna, si sa, la tradizione è cosiddetta rossa, e forse è il principale elemento di serenità per un centro-sinistra alle prese con difficoltà soprattutto sul fronte delle alleanze e dei rapporti fra PD e 5 Stelle, come è reso evidente dal caso Liguria. Difficoltà minorile ha il centro-destra che si presenta compatto in entrambe le regioni, ma certo, le tratte interne specie tra Fratelli d'Italia e Lega in Umbria, qualche strascico a seconda dell'esito che verrà potranno lasciarlo. In Emilia Romagna ci sono quattro candidati, i due in predicato di fronteggiarsi per la presidenza sono Elena Ugolini del centro-destra e Michele De Pascale del centro-sinistra stavolta tutto insieme anche Italia Viva che, dopo il veto di Conte ed una serie di tira e molla, avrà suoi candidati in liste civiche. Stessa situazione in Umbria dove i candidati sono nove, ma il testa a testa si profila fra i due sostenuti dai principali partiti di maggioranza e opposizione, due donne. A contendere il posto di presidenti di regione a Tesei c'è Stefania Proietti sindaco di Assisi che ha l'appoggio di tutto il centro-sinistra con modalità simili a quelle dell'Emilia Romagna. Notevole in entrambe le regioni, l'impegno della leader del PD Schlein nel tentare di rilanciare il Campo Largo nella speranza che torni a funzionare dopo l'unico successo in Sardegna, mentre il centro-destra è in cerca di un ulteriore importante conferma che va al di là della politica regionale.