Logoro ma non ancora spezzato. Il filo che unisce questa maggioranza è sfibrato dalle tensioni, ma ancora è lì e si cerca di riannodarlo. Conte e Renzi trattano, il Pd e Movimento 5 Stelle pressano per l'approvazione del recovery plan nelle prossime 48-72 ore. Conte ha messo sul tavolo una serie di proposte che almeno nei principi vengono incontro alle richieste di Italia Viva, che però mostra freddezza, per usare un eufemismo. Non c'è ad oggi alcun testo su cui valutare, dice la capo delegazione Teresa Bellanova, chiediamo a Conte chiarezza di comportamento, capacità di rilanciare onere della sintesi politica. Il Movimento 5 Stelle avverte gli alleati. Non ci infiliamo in un discorso che riteniamo fuori dal tempo, quasi da marziani. Cioè, noi oggi stiamo lavorando al recovery plan, abbiamo 209 miliardi da spendere per gli italiani. Se oggi agli italiani per strada dici che la tua priorità è far cadere il Governo e far perdere tempo all'esecutivo, credo che ti mandino a quel paese. Ecco, noi non vogliamo essere mandati a quel paese. La pattuglia di governo di Italia Viva è pronta ad ammainare la sua bandiera, ribadisce Ivan Scalfarotto. Io non ho nessuna difficoltà a dimettermi se sarà il caso, le dico perché. Perché io sento grave sulle mie spalle la responsabilità di decisioni che andranno a incidere sulla vita del Paese per i prossimi venti, trent'anni. Allora certo, l'instabilità non è una cosa augurabile, però l'instabilità non può diventare l'alibi per l'immobilismo. L'opposizione vuole governo e recovery plan in Parlamento. La Lega sottolinea la bontà delle obbiezioni renziane. I temi sono fortemente politici, noi condividiamo con Renzi il fatto che questa compagine di Governo non sia all'altezza di gestire la situazione perché l'ha ampiamente dimostrato. Il Governo continua ad andare avanti, ripetono i pochi ottimisti rimasti, ma sono passi fatti su un sentiero che sembra portare dritto alla crisi di Governo.