Il 10 luglio consideravo un auspicio, oggi è certezza. L'intesa raggiunta la rappresenta senza dubbio un passaggio fondamentale che ci spinge ad affermare senza enfasi che l'Europa è stata all'altezza della sua storia, della sua missione, del suo destino, l'Unione Europea sta affrontando una crisi sanitaria, economica, sociale, che si è manifestata fin dal suo più tragico esordio simmetrica e sistemica. Ha coinvolto tutti i paesi, ha profondamente scosso la vita dei cittadini europei, ha inciso in misura significativa sulla società, sull'economia, costringendo a riconsiderare in modo repentino prospettive e modelli di sviluppo. Di fronte uno shock di tali proporzioni, nel corso di questi drammatici mesi, l'Unione Europea ha saputo rispondere con coraggio, con visione, fino ad assumere ieri la decisione di approvare per la prima volta, per la prima volta, un ambizioso programma di rilancio finanziandolo tramite l'emissione di titoli di debito autenticamente europei. In questo modo si è realizzato ieri un radicale mutamento di prospettiva. In passato si tendeva, non lo dimentichiamo, a intervenire nel segno del rigore, affidandosi a logiche di austerity, che si sono poi rivelate, lo sappiamo, inadeguate, finendo per deprimere il tessuto sociale e produttivo, comprimendo finanche la crescita. Oggi invece l'approvazione del poderoso piano di finanziamento che peraltro completa il quadro di molti altri interventi già assunti e adottati, è interamente orientato alla crescita economica, allo sviluppo sostenibile nel segno, in particolare, della digitalizzazione e della transizione ecologica.