Un'occasione storica, ma soprattutto una sfida unica per il Governo e l'intera classe politica, amministrazioni pubbliche incluse, per realizzare progetti in un Paese che storicamente di fondi europei e di risorse pubbliche ne ha sprecati finora parecchi. Il testo delle linee guida per il piano nazionale di riprese e resilienza è ora nelle mani del Parlamento, 73 pagine in cui sono elencati obiettivi, missioni e politiche di supporto. Gli obiettivi di medio e lungo termine puntano a raddoppiare la crescita ad un livello in linea con la media europea dell'1,6% e poi l'occupazione riducendo l'impatto economico e sociale della pandemia. Le missioni sono digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, salute, infrastrutture nel segno della sostenibilità, istruzione e ricerca, inclusione sociale e territoriale. Da compiere entro il 2021 alcune politiche di supporto che seguono le raccomandazioni di sempre dell'Unione europea: una ridefinizione del fisco per ridurre la pressione sui ceti medi e famiglie con figli e tagliando il costo del lavoro per consentire maggiore competitività alle imprese, ma anche una revisione degli ammortizzatori sociali nell'ambito di una organica riforma del lavoro e poi una riforma della pubblica amministrazione e della giustizia. In poche parole, cambiare l'Italia cercando di farla guarire dai suoi mali in maniera strutturale. Nelle linee guida è chiaro però un messaggio: l'Europa dà i contributi e i prestiti se dimostriamo di realizzare i progetti e rispettare i tempi di esecuzione. Ci sarà un controllo, dunque. Tra il dire e il fare questa volta ci sarà di mezzo l'Europa e chissà che non sia la volta buona.