Sui cinque referendum è muro contro muro sulla scia dell'esortazione al non voto pronunciato dal Presidente del Senato Ignazio La Russa è innanzitutto il tema dell'astensione a posizionare su fronti opposti Centro Destra e Centro Sinistra il raggiungimento del quorum come posta in palio perché la consultazione sia valida. La Cgil ha promosso quattro referendum sul lavoro, la sicurezza nei cantieri e i licenziamenti chiedendo l'abolizione di alcune norme sul Jobs Act. Il quinto quesito sulla cittadinanza è stato presentato da + Europa per dimezzare da 10 a cinque anni il tempo minimo di residenza per consentire ad uno straniero maggiorenne di diventare italiano. La Maggioranza è più compatta nell'invitare gli elettori ad andare al mare l'8 e il 09/06 quando si apriranno i seggi. Tra gli azionisti del Governo Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, l'arma del non voto è considerata legittima per far saltare il quorum. Si smarca invece Noi Moderati di Maurizio Lupi, che al seggio ci andrà, ma per barrare convintamente la casella del NO sulle cinque schede, nel Campo Largo si va in ordine sparso rispetto al voto da esprimere sui singoli referendum. Nel PD la linea ufficiale è quella di Elly Schlein, cinque SI, ma la minoranza riformista che all'epoca di Matteo Renzi alla guida del Nazareno sostenne l'approvazione del Jobs Act è pronta a defilarsi su quesiti sul lavoro. Il Movimento Cinque Stelle è per quattro SI, mentre sulla cittadinanza per gli stranieri lascia la libertà di voto, anche se Giuseppe Conte ha fatto sapere che lui voterà a favore anche su questa materia. L'Alleanza Verdi Sinistra non ha invece dubbi, cinque SI. Più articolate le posizioni dell'arcipelago centrista + Europa voterà a favore sulle norme per la sicurezza sul lavoro mentre si Azione, sì per la cittadinanza agli stranieri, contrari invece ai referendum sul lavoro per smontare il contratto a tutele crescenti. 24. .