Si avvicina la data del referendum e si avvicinano anche calcoli e convenienze sulle indicazioni di voto delle forze politiche che lo scorso ottobre hanno approvato la riforma costituzionale in maniera quasi unanime, eccetto alcuni voti singoli contrari. Le questioni di merito rischiano di lasciare spazio alla tattica politica, con l'emergere di un gruppo trasversale di parlamentari che nutre perplessità crescenti sul si. Un taglio dei parlamentari, da sempre sostenuto in maniera pressoché compatta dal Movimento 5 Stelle. L'invito è di andare a votare, dopodiché il Parlamento lavorerà meglio sono già in atto tutta una serie di lavori sulla modifica dei regolamenti parlamentari. Avremo un Parlamento in linea con la media come numero, con la media dei rappresentanti dei parlamenti europei. L'alleato di Governo, il Pd, nello scorso ottobre, diede il via libera alla riforma ponendo da subito la necessità di una nuova legge elettorale e di correttivi ai regolamenti parlamentari. In attesa della direzione della prossima settimana che cercherà di dare una linea in un partito segnato da molte lacerazioni, il segretario dem Zingaretti, ricorda questi paletti per evitare rischi di distorsioni nella rappresentanza e considera possibile l'approvazione di una riforma elettorale in una delle due camere in tempi brevi. Le stesse perplessità segnano anche il centrodestra, dove aumentano le voci contrarie, ma dove però, Lega e Fdi confermano la linea per il si. Forza Italia darà libertà di coscienza, anche se in molti si schierano per il no. L'appello è quello di non farsi prendere in giro da chi ha fatto danni portando l'antipolitica al Governo e vuole fare ancora più danni portando l'antipolitica alle riforme istituzionali, vuole far pasticciare l'antipolitica con la nostra Costituzione. Tra i no c'è chi esplicitamente lo argomenta con calcoli di pura convenienza politica: "votare no significa abbattere il Movimento 5 Stelle" afferma Brunetta, quindi indebolire il Governo Conte in maniera decisiva.