Il bicameralismo perfetto rimarrà e questo dovrà essere recepito all'interno dei regolamenti di Camera e Senato con delle modifiche sostanziali. È immaginabile, ad esempio, ipotizzare che i senatori potranno partecipare a più commissioni. Ad oggi invece è consentito soltanto partecipare a commissioni di merito. Questo vorrà dire che noi come cittadini avremo il dovere di scegliere i nostri rappresentanti, anche per qualità. Di fatto, questa è la scusa per avere un bicameralismo ancora più perfetto, con due camere fotocopia che fanno la stessa cosa, danno la fiducia al Governo. Questo non c'è da nessuna parte del mondo, ci sarà un motivo. Se davvero si voleva fare una riforma costituzionale sensata, riducendo anche il numero dei parlamentari, si doveva partire da lì, dal monocameralismo, con una sola Camera che dà la fiducia al Governo. La rappresentanza territoriale si riporta a quella che è uno standard tipicamente europeo. Immaginiamo sicuramente la necessità dei padri costituenti di allora di dare una rappresentanza elevata con dei rapporti numerici più consistenti. Oggi, con gli strumenti comunicativi in cui la politica viaggia non soltanto con il porta a porta, con il comizio elettorale in piazza, le persone e i cittadini sono più facilmente raggiungibili all'interno delle mura domestiche oppure nel nuovo meccanismo di informazione. Questo, ovviamente, cambiando i sistemi di informazione, cambia anche la modalità di fare politica. In verità i miei conti sono che passiamo a 1 su 150000 alla Camera e 1 su 300000 al Senato, è il numero più alto di tutte le democrazie europee. Nel Regno Unito siamo 100000, in Spagna poco sopra 100000. Se guardiamo alla sola Camera dei Deputati, avremo il numero più alto nel rapporto tra cittadini e i loro rappresentanti in Parlamento. Ma questo vuol solo dire spezzare il legame con il territorio. Interi territori non saranno rappresentati. Di nuovo, i parlamentari risponderanno solo alle segreterie dei partiti.