L'obiettivo è garantire agli stranieri maggiorenni che risiedono stabilmente da qualche anno nel nostro Paese di accedere più rapidamente alla cittadinanza italiana. L'8 e il 09/06 per chi deciderà di recarsi al seggio, che per la validità dei referendum abrogativi è fondamentale, dato che il quorum è garantito solo quando avranno votato il 50 % +1 degli aventi diritto, gli elettori troveranno cinque schede, tra cui quella dedicata alla cittadinanza italiana. Il quesito abrogativo, promosso dai sindacati e da diverse associazioni laiche, e religiose per i diritti civili, punta a dimezzare da 10 a cinque anni i tempi di residenza legale in Italia, per la richiesta di concessione della cittadinanza. Nel dettaglio si richiede di modificare l'articolo nove della legge 91 del 1992, con cui si innalzò il termine di soggiorno ininterrotto in Italia, per la presentazione della domanda di cittadinanza da parte dei maggiorenni. Sono circa 2500000 gli stranieri extracomunitari che vivono da lungo tempo in Italia. Ridurre il requisito generale di residenza avrebbe l'effetto di rendere accessibile la cittadinanza anche ai genitori in tempi più brevi. E quando uno dei genitori diventa cittadino italiano, anche i figli minori conviventi ottengono la cittadinanza. Il referendum non cambia gli altri requisiti per ottenerla, tra cui la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un reddito, non avere precedenti penali, aver pagato le tasse e non rappresentare una minaccia per la sicurezza della Repubblica.