C’è chi pensa al dopo, chi si sfila, chi invece si dice nauseato dagli insulti, chi ancora va dritto per la sua strada e non fa sconti. Certo è che i toni del dibattito sono sempre più duri e di qui al 4 dicembre la sfida referendaria tra i due fronti rischia d’inasprirsi oltremodo. Chi spera nel Sì è Sergio Marchionne che si dice nauseato dagli insulti del dibattito, ma sul versante politico è proprio sui toni della contesa che si sofferma il premier Renzi: “non preoccupatevi per i mercati finanziari. Come fare a salvare la pelle per i mercati finanziari lo sanno benissimo da soli, ma se il Paese si blocca chi ne paga le spese è il ceto medio, è la gente che vuole arrivare alla fine del mese.” Un appello alla normalizzazione del confronto, appello che però non sembra essere raccolto dal leader della Lega Salvini: “sull’immigrazione mezzo milione di sbarcati in Italia da quando c’è Renzi. Dovevano ricollocarli in giro per l’Europa, ne hanno ricollocati mille. Noi pensiamo prima agli italiani. Sì, i sindaci della Lega usano i soldi dei cittadini italiani per aiutare i cittadini italiani”. Sempre nel centrodestra Silvio Berlusconi pensa al dopo e si lascia andare a una previsione ritenendo che mai il capo dello Stato consentirebbe elezioni con l’Italicum. Avremmo, aggiunge, il rischio di ritrovarci Grillo al governo. Per questo propone di cambiare insieme la legge con uno sguardo al proporzionale. C’è poi chi, a conferma della decisa e totale opposizione penta-stellata, si sfila dall’ipotesi del doppio incarico in caso di vittoria del sì, come Virginia Raggi indisponibile a fare la senatrice della nuova Assemblea di Palazzo Madama. “Bisogna avere un solo ruolo” la risposta, mentre dall’estero dopo gli interventi del Financial Times e del Wall Street Journal sui rischi per l’Italia in caso di vittoria del No, è la volta dell’Economist a dire la sua sulla consultazione italiana. Gli italiani dovrebbero votare No perché non è quella costituzionale la riforma di cui Roma ha bisogno: questa la tesi lanciata in un editoriale del settimanale britannico.























