Regina del turismo internazionale, capace di attrarre visitatori da ogni parte del mondo ma al tempo stesso ai primi posti nelle classifiche sulla povertà relativa in Italia. Regione ricca di contraddizioni, la Puglia che si avvia al vuoto, a partire dalla sanità, tema principe della campagna elettorale. La Puglia conta oggi circa 80 ospedali pubblici e privati, e dovrebbe essere in grado di garantire poco più di 15.000 posti letto, ma continuano ad essere tante le segnalazioni che arrivano al Tribunale per i Diritti del Malato. "Sono principalmente, almeno per il 40%, relative all'accesso alle prestazioni, di cui un terzo sono riconducibili alle liste di attesa. Per la sanità pugliese è un problema, ancora. Molti cittadini non riescono, diciamo...cioè le attese sono molto lunghe e sono costretti a rivolgersi al privato o, quindi, andare in intramoenia, se non abbandonano addirittura, diciamo, le cure". E la rinuncia alle cure è uno dei sintomi della fragilità economica della regione, ben fotografata dai dati che arrivano dall'ISTAT. La Puglia, secondo l'ISTAT, è la regione con il più alto tasso di povertà relativa in Italia, con un'incidenza familiare che arriva al 24,3%. Questo significa che qui 1 famiglia su 4 vive con meno di 1.218 euro al mese, la soglia di povertà relativa per un nucleo di 2 persone. Dati che fanno a pugni con quelli straordinari prodotti dal turismo, che raccontano invece una regione in piena salute che solo nel 2024 ha registrato 5,9 milioni di arrivi e oltre 20 milioni e mezzo di presenze, con una crescita sempre più netta del comparto lusso. Povertà relativa e turismo di lusso sono le due facce di una Puglia che in realtà continua a crescere in maniera non uniforme. E a crescere poco è soprattutto Taranto, che con il suo siderurgico ormai è la vera questione regionale. Un intero territorio ostaggio di una vertenza che si trascina da troppo tempo e che sembra essere arrivata ad un punto di non ritorno. "L'Italia non è stata capace, negli ultimi 15 anni, con tutti i Governi, di affrontare un problema enorme ma che altri Paesi europei hanno affrontato. Cioè, non abbiamo una strategia nazionale. E questo è molto grave, perché la città è sempre più colpita, è sempre più nervosa, sia dal punto di vista della salute sia dal punto di vista del lavoro. Un problema enorme per l'intero Paese". .























