È un puzzle, quello del voto amministrativo in questo turno. Urna alle porte per la Toscana, dove si sfidano il governatore uscente, candidato del centrosinistra, Eugenio Giani e Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, di Fratelli d'Italia, oltre ad Antonella Bundu per Toscana Rossa. Una contesa che vede da una parte il campo largo ancora compatto, sebbene ammaccato dalle sconfitte subite, e dall'altro il centrodestra unito, con l'incognita dell'effetto Vannacci in casa Lega. Archiviate Marche, Valle d'Aosta e Calabria, lo sguardo di maggioranza e opposizione va già verso novembre. Ora che i candidati ci sono tutti, la battaglia per Campania, Veneto e Puglia entra nel vivo, in attesa delle urne del 23 e 24 novembre. La scelta dei nomi è stata particolarmente laboriosa a destra. In Campania alla fine l'ha spuntata Fratelli d'Italia, con il Viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli. Sarà lui lo sfidante di Roberto Fico, candidato del centrosinistra ed ex presidente della Camera, 5 Stelle. In Puglia, dove pure il centrosinistra ha avuto un lungo dibattito interno, Antonio De Caro, europarlamentare DEM, si troverà davanti l'ex presidente della Fiera del Levante Luigi Lobuono, un civico che orbita nell'area di Forza Italia. La scelta dell'uomo in Veneto, invece, continua a lasciare strascichi nella coalizione di Governo. Il dato è che per il dopo Zaia il Veneto vedrà la sfida tra Giovanni Manildo, PD, ex sindaco di Treviso, e Alberto Stefani, vice segretario del Carroccio. Ma l'accordo si porta dietro l'opzione per Fratelli d'Italia di indicare un proprio candidato per la Lombardia, tanto che già circolano i nomi dei loro possibili candidati: Ettore Prandini, presidente Coldiretti, incline a declinare però, e Carlo Fidanza, eurodeputato e capo delegazione Fratelli d'Italia a Bruxelles. Voci e opzioni mal digerite in casa Lega. "Credo che Fratelli d'Italia abbia sottovalutato le tensioni che con le loro pretese potevano creare dentro la Lega, e di conseguenza nel centrodestra", avverte Massimiliano Romeo. "Il pericolo è che la coalizione da tutto questo esca indebolita anziché rinforzata". .























