Da una parte il piano per rilanciare l'economia e il futuro degli italiani, dall'altra una campagna elettorale per le regionali del 20 settembre. La cronaca politica dei prossimi mesi passerà attraverso questi due fronti. I giochi per il voto, rimandato in sei regioni, sono già iniziati e il tema delle alleanze, in particolare tra gli azionisti di Governo, è già esploso di fronte a un centrodestra compatto. Se il PD apre, il Movimento 5 Stelle chiude. Il nodo alleanze sarà uno dei temi dell'evento Villaggio Rousseau del fine settimana a Milano e potrebbe essere sottoposto al voto proprio sulla piattaforma. Al momento l'intesa tra i 5 Stelle e il PD è ufficiale in Liguria e probabile nelle Marche. In Puglia l'accordo sul nome di Michele Emiliano pare impossibile, anche se Zingaretti si appella ai 5 Stelle: non lasci solo il PD contro le Destre. In Veneto, Toscana, Campania e Valle d'Aosta Movimento 5 Stelle e PD correranno divisi, salvo svolte dell'ultima ora. Ma le manovre dei partiti crescono di pari passo anche sulla bozza di accordo sulla nuova legge elettorale, sistema proporzionale con sbarramento al 5%, soprattutto da parte di quelle forze politiche che quella percentuale rischiano di non raggiungerla. Dubbi da Italia Viva, cioè Renzi, LeU, ma anche perplessità da Forza Italia. Non ci possono essere ambiguità, afferma Zingaretti. Se non vogliamo perdere credibilità, il testo base deve essere votato da un ramo del Parlamento prima del referendum del 20 settembre perché nel mezzo della riapertura delle scuole si voterà anche per il referendum confermativo del taglio dei parlamentari.