Fino a nuovo ordine non si balla ma alla Casa della cultura, che ospita il comitato Giani, la vittoria è stata come una tecno trance. I sondaggi che indicavano il testa a testa, il volto sorridente, i toni rassicuranti della sfidante Susanna Ceccardi, alla fine con il 40%. la candidata leghista con alle spalle il centrodestra unita ammette: "qualcosa avremo pur sbagliato" e poi, prima di entrare in auto, la promessa: "io non mollo mai". E Giani nel suo primo giorno da presidente va come è sempre andato nella campagna elettorale, in giro in mezza Toscana: al santuario della Madonna di monte Nebo di Livorno, nelle retrovie in crisi a Colle Val d'Elsa nella natia San Miniato. A lui sono andati il 48% dei consensi. La fiducia è una cosa seria. Cercherò di entrare, e ho l'esperienza per farlo, dentro i canali della macchina amministrativa e di cogliere quelle risorse che sono in condizioni di dare poi per far ripartire la nostra economia. Mi applicherò con tutto me stesso. Avrebbe vinto anche senza i voti di Italia Viva che non arriva al cinque, ma ha vinto anche senza i voti di Toscana Sinistra, sotto al 3, mente dimezza i voti il Movimento 5 Stelle. Nel quartier generale del PD, il coordinatore Lorenzo Becattini mostra orgoglioso il libro del programma e dei veti per una candidatura di successo. Quando si dice come è nato Giani, naturalmente c'è stato un avvio di Renzi che ha espresso il suo punto di vista e questo è incontrovertibile, però il partito regionale ha incontrato parlamentari, sindaci, segretari di partito e così via per ascoltare il suo programma alle alleanze e la candidatura alla presidenza. Vecchio metodo. Una preoccupazione era che tu avevi nei social la Ceccardi è molto più forte, però abbiamo contrapposto a questa cosa i nostri punti di forza, che sono le filiali del partito. I segretari di circolo considerano azienda, io ho diretto l'azienda più che altro, la ditta.