A questo punto non si tratta di capire come evitarla, ma di come gestirla perché la crisi di Governo sembra essere solo questione di tempo. Tocca a Conte e Renzi trovare, se possibile, un'intesa in extremis. Tocca al Presidente del Consiglio, nelle prossime 48 ore, decidere: aprire la strada ad un Conte ter con sostanziali concessioni alle richieste renziane o pilotare il paese verso la crisi di Governo. Sembra non aver dato frutti la ricerca di responsabili per sostituire Italia Viva, Matteo Renzi si dice certo di una cosa: tutti sanno che non si andrà al voto e pare non temere la prova dell'aula. "Conte lo aspettiamo in Senato che posso dire di più?". I toni del leader toscano però, non sono quelli di una chiusura a priori anche perché, di sponda, il Partito democratico aumenta il suo pressing chiedendo conto di dare risposte sul recovery plan creando un terreno comune con le richieste renziane che hanno dei contorni ben precisi. Immediato ricorso al MES, cessione della delega sui servizi segreti, ridefinizione delle priorità nel piano di resilienza e ripartenza. Un primo segnale di apertura potrebbe arrivare dalla bozza che il ministro Gualtieri dovrebbe consegnare nelle prossime ore a Palazzo Chigi che potrebbe accogliere diverse richieste di Italia Viva. Quello sarà il termometro della situazione. Renzi ha dichiarato che la legislatura è come una bicicletta: sta in equilibrio se si muove non se rimane ferma e non è detto che per farlo in sella ci debba essere ancora Giuseppe Conte. Tra le ipotesi in campo infatti, c'è anche la possibilità di continuare con la stessa maggioranza, ma con un nuovo inquilino a Palazzo Chigi.