A questo punto non si tratta di capire come evitarla, ma di come gestirla, perché la crisi di Governo sembra essere solo questione di tempo. Tocca a Conte e Renzi trovare, se è possibile, un'intesa in extremis. Tocca al Presidente del Consiglio nelle prossime 48 ore decidere, aprire la strada ad un Conte ter con sostanziali concessioni alle richieste renziane o pilotare il paese verso la crisi di Governo. Sembra non aver dato frutti la ricerca dei responsabili per sostituire Italia Viva, Matteo Renzi si dice certo di una cosa tutti sanno che non si andrà al voto. Draghi è una persona straordinaria, sottolinea, ma ora c'è un premier e si chiama Conte, un premier che i renziani aspettano in Parlamento, ma i toni del leader toscano non sono quelli di una chiusura a priori anche perché risponde il Pd e aumenta il suo pressing chiedendo a Conte di dare risposte sul recovery plan, creando un terreno comune con le richieste renziane che hanno dei contorni ben precisi, immediato ricorso al Mes, cessione della delega sui servizi segreti, ridefinizione delle priorità nel piano di resilienza e di ripartenza. Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, però, chiede un rilancio dell'azione di Governo attorno al Presidente Conte, ma dice no a posizioni che rischiano di destabilizzare la maggioranza. Un primo segnale di apertura potrebbe arrivare dalla bozza che il ministro Gualtieri dovrebbe consegnare nelle prossime ore a Palazzo Chigi che potrebbe accogliere diverse richieste di Italia Viva, quello sarà il termometro della situazione. Renzi ha dichiarato che la legislatura è come una bicicletta, sta in equilibrio se si muove, non se rimane ferma e non è detto che per farlo in sella ci debba essere ancora Giuseppe Conte. Tra le ipotesi in campo, infatti, c'è anche la possibilità di continuare con la stessa maggioranza, ma con un nuovo inquilino a Palazzo Chigi.