L'Italia si appresta a ripartire e la firma su una scelta che anche una decisione politica, ce la mette il Presidente Draghi. Ha fatto come solito fare, ascoltando tutti, mediando laddove riteneva ci fosse da mediare ma assumendosi in prima persona la responsabilità di scegliere una direzione. Perché sei vero che i numeri migliorano, che la campagna vaccinale va avanti e che la bella stagione incombe, non era semplice decidere di riaprire il Paese dal 26 aprile. Draghi lo fa, convinto che l'Italia non potesse più aspettare e così, tra pochi giorni, nella mappa delle regioni, torna il giallo, rafforzato dal principio che all'esterno la trasmissione del virus è limitata. Per cui via libera all'aperto, a bar, ristoranti ma anche cinema e teatri, di giorno e di sera. Ma soprattutto, fuori dalla zona rossa, ritorno in classe per tutti gli studenti, dagli asili alle università. "Il Governo ha preso un rischio, un rischio ragionato però, un rischio fondato sui dati. Nello stesso tempo la campagna di vaccinazione continua andar bene, con tante sorprese positive, negative ma anche positive". Al Paese offre una road map precisa ma chiede anche di condividere la responsabilità di questo passo, rispettando le regole che verranno scritte nel prossimo decreto, pena: il rischio di tornare indietro. Tra le regioni, di colore diverso, ci si muoverà con un pass, lo stesso per assistere ad eventi e concerti. Scommette sul rimbalzo dell'economia e ai partiti che si erano fronteggiati, trasloca le rivendicazioni, concede l'onore delle armi. "Quel che posso dire è che l'atmosfera nel Governo e tra i Consigli dei Ministri è eccellente. E può essere confermato, naturalmente io, come dire, ho interesse a dirlo ma lo può confermare qualunque ministro di questo Governo". Giudizio e pragmatismo, quegli stessi valori che permettono a Draghi di ripetere che "è arrivato il momento di guardare al futuro con un po' più di ottimismo".