Da un lato la strada è ormai tracciata per la ripartenza del paese, dall'altro la ripresa economica, che passa dai Fondi Europei e dal prossimo Decreto Imprese. In mezzo però ci sono quei criteri da definire per le riaperture, per fare ordine e rispettare gradualità e regole soprattutto. Il rischio di tornare indietro, ha spiegato Draghi, è si basso, ma esiste. E allora bisogna procedere con cautela, attenzione e senso di responsabilità. Nelle prossime ore, un nuovo incontro con le Regioni e una nuova riunione del Comitato Tecnico Scientifico definiranno una prima bozza del decreto, che andrà disciplinare tutto il programma e che vedrà la luce entro un paio di giorni. I nodi da sciogliere restano almeno tre, la scuola vera protagonista della ripartenza, con il tema del distanziamento in classe e dei trasporti. Si lavora al Pass per gli spostamenti e infine il coprifuoco, che per ora, resterà nell'attuale definizione oraria. Riaperture, ma anche ripresa e quindi Recovery Plan. L'imperativo è fare presto ma soprattutto fare bene ribadisce Draghi negli incontri con i partiti a Palazzo Chigi. Dopo Lega e PD, è stata la volta di Italia Viva e Fratelli d'Italia, e se Renzi sottolinea e rivendica la discontinuità con il piano Conte, Giorgia Meloni lamenta lo scarso coinvolgimento del Parlamento dove, il Capo dell'Esecutivo, si recherà il 26 e 27 aprile. Il Consiglio dei Ministri potrebbe essere convocato per venerdì 23. Prima completerà gli incontri con l'EU e con i sindacati. La qualità del piano, conta più della tempistica, è il messaggio che arriva dalla Commissione Europea, ed è su questa traccia, che il governo si prepara al rush finale sul Recovery Plan italiano che il Premier intende inviare a Bruxelles, puntuale, il 30 aprile.