Il ministro Azzolina non ottiene la promozione. Presidi, studenti, insegnanti, genitori bocciano le linee per il rientro a settembre. Impossibile tornare in aula così. viene demandato tutto all'autonomia Scolastica, in sostanza ai presidi che, per rimettere tutti in aula in sicurezza, sostengono ci siano fondi né spazi adeguati, stando così le cose. Tutti d'accordo su un solo punto: settembre i ragazzi devono tornare sui banchi. Ma è l’unico. I punti più controversi, infatti, riguardano fondi e spazi. I banchi dovranno essere singoli, distanziati di almeno un metro tra loro e di almeno due dalla cattedra le classi più snelle, ma la sicurezza si scontra con gli spazi reali perché pochissimi istituti ne hanno abbastanza da poter garantire la messa in pratica di questo punto. Il Ministro suggerisce di usare altri spazi al momento usati per altro, ma devono essere a norma e spesso non sono adatti agli studenti. Solo per Roma e provincia, per esempio, ci sono 48 mila studenti tra medie e superiori e la metà di questi rischia di non essere inserita in classe con queste linee guida. E poi ancora il Ministro suggerisce di usare, allora, molto l’esterno per le elezioni, ma fino a quando si parla di mesi caldi tutto bene. Poi, tensostrutture? Altro punto che per i presidi va rivisto. Accusano il Governo di scarsa operatività, tutto demandato all'autonomia. Non a caso sono proprio loro i primi a farsi sentire. Le norme di sicurezza raccomandate dal Comitato Tecnico Scientifico non sono applicabili, secondo loro, le indicazioni del Ministero non servono a superare le carenze di organico, la mancanza di spazi adeguati, l'impossibilità di garantire la sicurezza per studenti e docenti. I genitori già minacciano proteste. “È necessario”, dicono, “rivedere le linee guida, dare certezza, garantire la sicurezza e stanziare fondi.