Con la presentazione delle firme alla Suprema Corte è iniziato l'iter che porterà al referendum sulla separazione delle carriere fra pubblici ministeri e giudici. I primi a consegnarle sono stati i deputati e i senatori del Centrodestra. A Montecitorio sono state raccolte 85 firme, mentre a Palazzo Madama la quota si attesta a 78. Anche i parlamentari delle opposizioni hanno raccolto le firme che consegneranno a stretto giro alle toghe del Palazzaccio. La Cassazione ha un mese per verificare la legittimità della richiesta e passare la palla al Presidente della Repubblica che, su proposta del Consiglio dei Ministri, stabilirà la data della consultazione. L'obiettivo resta quello di marzo-aprile 2026. La maggioranza punta all'investitura popolare per una delle riforme simboliche della legislatura ma, su indicazione Giorgia Meloni, il destino del governo deve restare fuori dall'agone referendario. Sul fronte opposto PD, Movimento 5 Stelle e AVS sperano nel naufragio della consultazione che potrebbe azzoppare politicamente l'esecutivo. Italia Viva, che si è astenuta in aula, non ha ancora deciso cosa votare nelle urne, mentre Azione di Carlo Calenda ha votato a favore della separazione delle carriere. C'è poi un allarme sicurezza anche per i fatti di cronaca di questi giorni. E i parlamentari di Fratelli d'Italia hanno presentato una proposta di legge per la modifica dell'articolo 335 del Codice Penale che mira a tutelare in particolare le forze dell'ordine per chi agisce per legittima difesa, per stato di necessità o per adempimento di un dovere. "Le donne e gli uomini in divisa sanno che con Fratelli d'Italia al governo non sono lasciati soli dallo Stato, hanno alle spalle le istituzioni. Se qualcuno finora pensava, qualche magistrato magari politicizzato, pensava di dire: sì ma la legge ci costringe ad aprire l'indagine per l'atto dovuto, da oggi non c'è più la scusa". .























