Il disegno di legge sulla riforma della Giustizia che si propone di modificare la Costituzione dovrà fare come previsto un lungo percorso in Parlamento al termine del quale non si può escludere un referendum popolare. Un percorso che potrebbe durare anche anni conferma il Ministro Ciriani. L'esame della riforma dovrebbe partire dalla Camera mentre al Senato è in corso l'altra discussione per modificare la Costituzione quella sul premierato. Ciò che è certo è che la bozza di riforma approvata dal Consiglio dei Ministri e celebrata da tutta la maggioranza fa discutere, il punto centrale è la separazione delle carriere dei Magistrati con la conseguente divisione in due del CSM, i cui membri dovrebbero essere eletti con sorteggio e la nomina di un alta Corte per i provvedimenti disciplinari. Una riforma che secondo la Presidente Meloni sarà a favore della Magistratura, eliminerà le correnti e valorizzerà la terzietà del Giudice. E dopo aver sottolineato che le modifiche non vogliono punire nessuno la Premier non risparmia le critiche: "In futuro spero che le misure cautelari non verranno eseguite dopo mesi e magari in campagna elettorale", dice in riferimento alla vicenda Toti e ancora: "Mi aspetto che qualche Magistrato si occupi dell' Imam che ha tenuto un sermone in università". Meloni non rinuncia poi a difendere anche un'altra riforma sul tavolo del Governo: il premierato, in merito alle preoccupazioni sollevate dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Zuppi, Meloni sottolinea: "Lo Stato Vaticano non è una repubblica parlamentare e nessuno ha mai detto che si preoccupava per questo". Critiche incrociate che sulla giustizia partono dai Magistrati, per il presidente dell'ANM Santa Lucia questa riforma è un epocale passo indietro. D'accordo anche le opposizioni che contestano il contenuto e il metodo denunciando la mancanza di condivisione del Governo per dei disegni di legge che puntano a modificare la Costituzione.























