Non c'è pace nel Governo, Lega e 5 Stelle continuano a darsi battaglia. La riforma Bonafede è l'ennesimo terreno di scontro. La bozza non è passata, o meglio, è passata con la formula “salvo intese” che evidenzia di fatto un sostanziale disaccordo tra alleati. Il cuore della riforma non piace alla Lega. “Non votiamo un testo vuoto e inutile” si legge in una nota. Lo scontro è su più punti: intercettazioni, separazione delle carriere, tempi della giustizia. Posizioni distanti. Il faccia a faccia è di nuovo tra il Ministro Bonafede e Matteo Salvini. “La separazione delle carriere e la riforma delle intercettazioni sono i due punti forti della politica sulla giustizia di Silvio Berlusconi. Ora io dico semplicemente questo, dico alla Lega: sono aperto a ogni proposta, ne parliamo non ci sono problemi, ma non stanno governando con Silvio Berlusconi”. “Ma se Bonafede inizia a tirare in ballo Berlusconi, il passato, il presente e il futuro... Tagliamo i tempi dei processi? Sì. Sanciamo che se un giudice sbaglia, paga? O c'è qualcuno che ha paura di stabilire questo principio?” Una tensione tra le forze di maggioranza che mette alla prova anche i nervi dei leader. Da un lato i toni alti di Salvini sia quando risponde ad attacchi personali che quando interviene sulle questioni sospese, dall'altra la reazione di Luigi Di Maio che scrive “Attacchi, sparate fuori dalle righe a cosa servono? Di sicuro non fanno bene al Paese” e aggiunge postando una foto del Premier e di tre Ministri 5 Stelle: “Dobbiamo governare. Se qualcuno invece ha in mente altro lo dica tranquillamente”. Dall'opposizione Giorgia Meloni non ha dubbi: il Governo gialloverde ha visioni contrapposte su qualsiasi argomento, unica soluzione è il voto e la nascita di un'alleanza di centrodestra. “Spero che il Governo decida di smettere questa esperienza e si possa tornare a votare e si possa dare all'Italia un Governo capace di durare cinque anni e di essere coeso sulle questioni fondamentali”. Sul tavolo dell'esecutivo gialloverde non c'è solo la riforma della giustizia, ma anche lo scoglio del dl sicurezza bis. Il decreto scade a metà agosto. Sul testo l'esecutivo - parole di Matteo Salvini - sarebbe pronto a porre la questione di fiducia. E sulla manovra nuovo passo avanti del Vicepremier che ha convocato per martedì al Viminale le parti sociali, già invitate da Conte a Palazzo Chigi 24 ore prima. La sfida continua sul filo della rottura.