Scatta la corsa al referendum. Scatta la raccolta di firme. Campagna referendaria che si annuncia più che accesa per una Consultazione che si terrà in primavera e che sarà confermativa, quindi, senza quorum: vince chi prende un voto in più. Da un lato il "sì", la maggioranza, il governo, che parla di occasione storica per rendere più autonoma ed efficiente la giustizia. Dall'altro il "no", nessuna soluzione ai problemi annosi e soprattutto la volontà di avere pieni poteri politici e mani libere, le critiche e le accuse delle opposizioni. Nel Centrodestra l'approccio non è del tutto unanime alla partita. Se infatti Forza Italia, che annuncia la raccolta di firme a partire da martedì, vorrebbe dare una caratterizzazione tematica a una riforma storicamente di bandiera per gli Azzurri, non è così, ad esempio, per Fratelli d'Italia, che invece non vuole caricare di eccessivo significato politico la riforma per evitare rischi da un possibile risultato negativo. Il problema è far capire bene di cosa si sta parlando: dice il Ministro della Difesa Crosetto. Dall'altra parte il Comitato per il No c'è già in capo all'ANM, con il vicepresidente del CSM Pinelli che chiede dialogo senza reciproche delegittimazioni, ma che giudica un errore l'impegno diretto delle toghe. Il Centrosinistra, o il Campo Largo più in generale, studia le mosse e la strategia da tenere, se cioè agganciarsi alla battaglia dei magistrati direttamente oppure scegliere un sostegno ma un impegno parallelo. Fratoianni da AVS annuncia la raccolta di firme tra i parlamentari insieme a tutta l'opposizione e il pentastellato Conte attacca ancora la premier Meloni che, dice, pensa solo a rendere impuniti i politici. .























