L'incontro fra il Ministro Casellati e i sindacati è occasione di confronto, uno di quei tavoli decisi per provare a mettere in campo le riforme istituzionali col concorso di tutti, cosa che il Governo ha detto da subito di voler fare, ma la circostanza ancora una volta evidenzia visioni distanti. La premessa arriva dal Presidente del Consiglio che dalla Puglia parla di sfida di modernizzazione necessaria per il Paese e dice di confidare nel senso di responsabilità di opposizione e corpi intermedi, poi avverte, se invece dicono di no perché vogliono andare al governo senza aver vinto le elezioni, allora andiamo davanti agli italiani col referendum. Obiettivi irrinunciabili in tema di riforme per Meloni sono la stabilità dell'esecutivo e il fatto che chi governa lo decidono gli italiani, non il palazzo, dice, quindi ci deve essere l'elezione diretta del premier. Proprio uno dei punti più controversi anche nella discussione coi sindacati. Il Ministro delle Riforme ribadisce: "Mi auguro che ci sia un senso di responsabilità da parte di tutti. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta. Viste le perplessità da parte delle opposizioni sull'elezione diretta del Presidente della Repubblica, l'abbiamo messa da parte". Casellati definisce il confronto molto produttivo, i sindacati mostrano posizioni diverse: no all'elezioni del premier dalla CGIL, più apertura della CISL. "Per noi non c'è né elezione diretta del Presidente della Repubblica, né elezione diretta del premier, non è questo il nostro schema. Per noi di fronte alla crisi evidente che c'è della democrazia rappresentativa nel nostro Paese, visto che quasi il 50% dei cittadini a votare non ci va più, per noi oggi il tema principale è cambiare la legge elettorale". "Secondo noi l'aggiornamento del sistema istituzionale per assicurare governabilità al nostro Paese non può essere considerato un tabù".