Si comincia con quasi 350 emendamenti dell'opposizione ed una serie di pregiudiziali di costituzionalità da affrontare. E' questo il cammino che nell'aula del Senato dovrà affrontare l'autonomia differenziata, la riforma voluta dalla Lega a cui Roberto Calderoli ha dato forma, sostanza e spinta. Sì perché l'intenzione è correre veloci ma la strada è in salita. Le opposizioni sono pronte a scendere in piazza con i Sindaci del Sud che puntano alla mobilitazione, tra tanti ostacoli però forse il più insidioso è rappresentato da un emendamento presentato da Fratelli d'Italia che punta a definire prima di ogni cosa il LEP, i livelli essenziali di assistenza sotto i quali non si può andare. Livelli che devono essere uguali per tutti dal Trentino alla Sicilia parliamo dell'orario del tempo pieno nelle scuole, delle dotazioni degli ospedali, dei servizi per i disabili parliamo soprattutto di risorse economiche. Senza questi elementi la devoluzione delle 23 materie previste dal disegno di legge non si può attuare. Sarà una battaglia in aula che influenzerà anche l'atteggiamento dei contendenti sull'altro pilastro, la riforma del premierato che nelle stesse ore comincia il suo cammino in Commissione. La Lega sembra essere disposta a rinunciare alla norma anti ribaltone, la possibilità di un secondo Premier della stessa maggioranza se quello eletto cade. Su cui anche il resto della maggioranza ha diverse perplessità ma su alcuni punti non sembra voler cedere come sulla norma che prevede la fiducia del Parlamento al Governo presentato dal Premier eletto alle Camere. E' chiaro che le due riforme sono legate, se in aula la Lega non ottenesse quanto chiesto, per il premierato potrebbero sorgere nuovi ostacoli. L'approvazione in Senato sarebbe un primo parziale traguardo ma tra Salvini e Meloni c'è la necessità oltre che la volontà di trovare un'intesa da poter rivendicare nell' imminente campagna elettorale.