Dal salato al dolce. Silvio Berlusconi si riprende la scena, questa volta indirettamente. A fronte di una netta presa di distanze nei suoi confronti da parte dell’Europa e, soprattutto, del Partito popolare del suo amico Weber, ecco che arriva l'assoluzione dall'accusa di corruzione in atti giudiziari al processo Ruby ter. “Sollevato” su una vicenda che lo ha impegnato anche emotivamente per tanto tempo, racconta il suo avvocato. Per la figlia Marina si tratta di una vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto. Tutta Forza Italia non nasconde la propria soddisfazione e parla di un Berlusconi martire della giustizia per più di 10 anni. Azzurri che chiedono l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull'uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni -spiegano- di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico. Proposta su cui però Fratelli d’Italia frena, chiedendo di evitare invasioni di campo. Un saluto affettuoso arriva dalla premier Meloni, contenta perché si chiude un capitolo che ha condizionato per oltre un decennio la vita istituzionale e politica nazionale. Felice si dice anche il leader della Lega Salvini, tra i primi a commentare, così come il ministro degli esteri Tajani che parla di un'assoluzione che rende giustizia. Berlusconi che resta però sotto i riflettori in Europa, con le critiche che arrivano tanto dal PPE, gruppo del quale fa parte Forza Italia, quanto del partito socialista, per le sue parole pronunciate nella giornata elettorale di domenica scorsa, riferendosi all’atteggiamento da tenere nei confronti di Zelensky, poi pur precisate, con lo stesso Cavaliere che ha voluto spiegare come la sua volesse essere una spinta per una soluzione diplomatica. Quel che appare e che lo stesso Esecutivo lascia intendere è che però tali affermazioni siano di fatto parole isolate e senza un seguito nella maggioranza: come a ribadire che il sostegno a Kiev era e resta fuori discussione.